Perché la meditazione di consapevolezza?
Come si fa meditazione consapevole?
Già 2500 anni fa, Siddhartha Gautama, comunemente noto come il Buddha, ci spiegava come fosse di fondamentale importanza, per l’uomo moderno, intraprendere un percorso psicoterapeutico autonomo ad indirizzo spirituale basato sul rafforzamento del cosiddetto ”testimone interiore”.
Nel Satipatthana Sutta infatti, ed in particolare nel settimo passo dell’Ottuplice Sentiero (samma sati), il Buddha, se da una parte rimarcava come la Sofferenza fosse parte intrinseca della natura umana, dall’altra ricordava come fosse tuttavia possibile estinguere, gradualmente, quest’ultima sviluppando ed affinando la propria Consapevolezza tramite le pratiche meditative anapanasati e vipassana.
Un po’ come in una sorta di ”riscaldamento” prima della gara vera e propria, le pratiche anapanasati / vipassana (genericamente indicate anche come “Meditazione di Consapevolezza”) ci possono preparare psico-fisicamente ad affrontare il ”grande salto”.
Il grande salto
Un ”grande salto” che consiste in un’importante decisione, quella di intraprendere finalmente un percorso psicoterapeutico di crescita personale, puntellandolo sui diversi lati tramite diverse tecniche di guarigione (EMDR, ipnosi ericksoniana, costellazioni familiari, Rebirthing). Un percorso che rivoluzionerà completamente, in molti casi, le nostre vite.
Come si pratica la meditazione mindfulness?
Le pratiche anapanasati / vipassana ci permettono infatti di iniziare a comprendere come il riconoscimento e il rafforzamento del ”testimone interiore”, noto anche come ”Osservazione del Sè”, sia il primo e più importante passo verso la guarigione dalle nostre ferite interiori.
È solo tramite il ”testimone interiore” che noi possiamo pienamente sperimentare il ”qui ed ora” e dunque il ”lasciare andare”. Ed è solo tramite il ”testimone interiore” che noi realizziamo di non essere i nostri pensieri, le nostre sensazioni, le nostre emozioni.
Partendo da questa grande scoperta, sorprendente e rigenerante quanto incontrare una cascata di acqua purissima durante un escursione in montagna o buttarsi nel mare rinfrescante in un torrido agosto, noi possiamo trovare via via lo slancio necessario per decidere di rafforzare e strutturare il nostro percorso di crescita facendoci in seguito coadiuvare anche da un ”testimone esterno” (lo Psicoterapeuta).
La pratica giornaliera della “Meditazione di Consapevolezza” ci accompagna dunque a piccoli passi, gradualmente ed equanimemente, verso un delicato e allo stesso tempo inarrestabile cambiamento dei nostri schemi mentali, delle nostre abitudini robotizzate, delle nostre nevrosi caratteriali.
Le pratiche di meditazione
Le pratiche di meditazione anapanasati / vipassana rappresentano a tutti gli effetti uno ”Stargate”, un portale di accesso tramite il quale possiamo iniziare a familiarizzare, a modo nostro e con i nostri tempi, con l’attenzione focalizzata verso ogni piccolo dettaglio mentale, emotivo e sensoriale.
Un po’ come un microscopio che permette di concentrare l’attenzione sul nostro vivere quotidiano, incessantemente caratterizzato da un diffuso stato sonnambolico, meccanizzato, nevrotico.
È infatti proprio il vivere automatizzato che spesso spinge ad ”identificarci” con le nostre emozioni, sensazioni, pensieri ed oggetti, dando così ossigeno a quella che il Buddha considerava come l’origine principale della Sofferenza, ovvero l’attaccamento.
In conclusione
Se da un lato è certamente più opportuno e realistico rimanere ”coi piedi per terra”, evitando di inseguire, in maniera illusoria ed egoica, una ”guarigione istantanea” – ovvero la completa estinzione del nostro Carattere durante questa vita – dall’altro possiamo comunque ritenerci persone davvero molto fortunate.
Fortunate perché è esattamente in questo momento, in questa nostra vita attuale, nel ”qui e ora” che, dopo milioni di anni di evoluzione dell’Universo, ci viene data la possibilità di sperimentare gli strumenti indicati dal Buddha.
Quelli stessi strumenti che, se utilizzati con disciplina, equanimità e dedizione, ci potrebbero indicare, in un futuro più o meno prossimo, il cammino verso l’estinzione del nostro Karma (Carattere) ovvero il raggiungimento di quello stato, tutt’ora circondato di mistero per la gran parte di noi, noto come ”Illuminazione” (Nibbana).
Tommaso Chiussi