Il "Qui ed Ora"
La comprensione del concetto di ”Qui e Ora” è essenziale per poter intraprendere efficacemente un percorso di cambiamento interiore e di crescita spirituale. Stare nel ”Qui e Ora” significa essere presenti per poter sperimentare pienamente e senza distrazioni psicofisiche ciò che si sta’ vivendo in un determinato istante. Prestare ”attenzione a quello che accade nell’esperienza immediata con cura e discernimento”.(1)
Nella vita di tutti i giorni, un modo efficace per ancorarsi al “Qui e Ora” è quello di connettersi al corpo e alle sensazioni fisiche, un’ attività genericamente indicata come ”stare nel corpo”. Allenarsi a ”stare nel corpo” permette di essere sempre più attenti riguardo a ciò che accade nel momento stesso in cui questo sta accadendo, riuscendo così ad essere presente in maniera equanime di fronte a ciò che avviene fuori ma soprattutto dentro di noi.
Significa essere presenti, vigili, lucidi, calmi, consapevoli dei propri pensieri, delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni. In ogni preciso istante. Una condizione attitudinale e mentale che il Buddha indicava come ”Sati”, ovvero Consapevolezza. Per tali motivi il ”Qui e Ora” è un concetto fondamentale anche all’interno della pratica della Mindfulness (Meditazione di Consapevolezza).
Cervello, ricordo e simulazione
Nel corso dei millenni la mente umana si è evoluta in modo da fornirci alcuni strumenti ”tascabili” per poter ottemperare a determinati bisogni. In tale contesto due dei sistemi meno noti e allo stesso tempo più importanti del nostro cervello sono il ”Mental Time Travel” ed il ”Mind Wandering”. Il Mental Time Travel, letteramente la ”capsula del tempo mentale”, è un sistema che permette di sganciarsi in maniera istantanea dal momento presente per proiettarsi mentalmente avanti e indietro nel tempo.
Tale funzione consente di rivivere esperienze sperimentate del passato o di immaginare eventi non ancora accaduti del futuro. Si tratta di uno strumento consapevole che coinvolge la memoria episodica. Il sistema del Mental Time Travel è stato scoperto solo recentemente dagli scienziati; è convinzione di alcuni di questi che tale funzione appartenga esclusivamente agli esseri umani, diversamente dagli animali i quali vengono invece collocati su di un livello evolutivo inferiore.(2) Il Mind Wandering, ovvero la ”mente ruminante”, è invece una condizione nella quale l’essere umano si lascia trasportare nel proprio mondo interiore tramite un flusso concatenato di pensieri.
Questa esperienza è comunemente descritta come ”essere assorti nei propri pensieri”. Si tratta di uno strumento inconsapevole e riguarda i pensieri e le ossessioni. Esso costituisce circa il 50% dell’attività mentale degli individui adulti. Il Mind Wandering è in alcuni casi funzionale al pensiero creativo ed ai sogni (”sognare ad occhi aperti”).
Questi due strumenti sono funzionali alla memoria autobiografica, ovvero tornare agli eventi del passato per comprendere il significato di un determinato accadimento; al pensiero storico, ovvero tornare alle scelte effettuate nella storia dalle persone per capirne le ragioni; al sogno creativo, ovvero la capacità di dar vita ai propri progetti e alle proprie opere di varia natura grazie allo sviluppo dei propri sogni, come ad esempio visionari quali Leonardo Da Vinci, i cui progetti visionari vennero realizzati solo centinaia di anni più tardi; alla sperimentazione di situazioni future tramite simulazione, si veda ad esempio i simulatori di volo, gravitazionali o della F1, tutti strumenti utili agli addetti ai lavori per fare pratica e per prepararsi ad eventuali situazioni critiche.
Come la mente crea sofferenza ove essa non c'è
Ove utilizzato in maniera inconsapevole, il Mental Time Travel, presenta alcuni limiti oggettivi. Il viaggio mentale nel tempo può infatti essere utilizzato per rifuggire il momento presente, nel velleitario tentativo di evitare di sperimentare la propria sofferenza. Tuttavia vagare inconsapevolmente nel passato o nel futuro può condurre il viaggiatore a rivivere scenari depressivi già vissuti nel passato o a sperimentare ipotetici eventi catastrofici non ancora concretizzatisi.
Allo stesso modo, l’utilizzo non consapevole del Mind Wandering può condurre a rimanere costantemente assorti in un rimuginio mentale, sconnesso e disordinato, coratterizzato da una concatenazione ipnotica di pensieri e fantasie, senza alcun senso o connessione logica. Anche in questo caso il rischio è quello di finire invischiati in una ragnatela di pensieri a carattere negativo o depressivo che riconducono alla stagnazione.
L’utilizzo compulsivo dei cellulari, di internet, dei videogiochi ma anche attività compulsive ”ludiche” come il gioco d’azzardo, gli stupefacenti, attività sportive estreme etc. nutrono sostanziosamente la tendenza al vagabondaggio mentale. In tal modo noi perdiamo sempre di più il ”controllo” della nostra mente e delle nostre emozioni e questo non ci permette di ”vivere la vita che scegliamo noi, ma solo quella che la nostra macchina biologica ci permette di vivere”.(3)
Risulta dunque chiaro come la fuga dalla realtà, ottenuta tramite questi strumenti, di per se utili all’evoluzione umana, non fornisca alcuna soluzione ai nostri problemi ma vada potenzialmente ad amplificarli. In sostanza aggiungendo sofferenza a quella che già l’essere umano sperimenta nel corso della propria vita. Pare infatti scientificamente dimostrato che l’utilizzo del Mind Wandering in particolare sia direttamente proporzionale al tasso di infelicità sperimentato dal soggetto che lo utilizza in maniera inconsapevole.(4)
Perché radicarsi nel qui ed ora mindfulness?
L’uomo vive gran parte della propria vita in stato sonnabolico. Per citare Gurdjieff ”Coloro che sanno questo sanno già molto. Il guaio è che nessuno lo sa. Se domandante a qualcuno se può ricordarsi di se stesso, vi risponderà naturalmente che può. Se un uomo realmente sa’ che non può ricordarsi di se stesso, è già vicino ad una comprensione del suo essere”. I benefici conseguenti al radicamento nel ”Qui e Ora” sono molteplici e necessitano di un approfondimento specifico.
È comunque possibile elencarne i più importanti. In primo luogo ci aiuta ad affrontare il dolore in maniera funzionale; come già citato affrontare un’emozione spiacevole in modo equanime, assumendo una posizione dignitosa e con un leggero sorriso sulle labbra, tende alla guarigione dalla sofferenza da cui essa origina. Perché ”La presenza mentale non serve a reprimere, serve a riconoscere, a dare il benvenuto”.(6)
Allo stesso modo essere consapevoli anche dei pensieri e delle emozioni piacevoli, permette di non sviluppare attaccamento e ci evita di soffrire nel momento nel quali queste, per la legge dell’impermanenza (Anicca), inevitabilmente si dissolveranno. Il ”Qui e Ora” ci permette inoltre di sperimentare la vita nella sua vera essenza, nella sua totalità, senza filtri o manipolazioni. Momenti felici, meno felici, vittorie, sconfitte, difficoltà, leggerezze, caos, sole, luna, mare, montagna, caldo, freddo, stanchezza, noia, energia, depressione, vitalità.
Questo ci permetterà di imparare veramente a vivere, ovvero a stare nella sofferenza con la stessa attitudine con la quale stiamo nella spensieratezza. Ci permetterà inoltre di gestire il livelli di stress, evitando di crearne altro inconsapevolmente immaginando ipotetici problemi futuri o contattando situazioni drammatiche del passato.
Come la mindfulness sviluppa la consapevolezza?
La pratica della Mindfulness è uno dei migliori allenamenti indirizzati all’aumento della Consapevolezza e allo sviluppo del cosidetto ”Testimone Interiore”. Durante la pratica Sati, la ”visione profonda” ci permette infatti di iniziare a notare sempre più velocemente i momenti nei quali la nostra attenzione viene distolta dal compito meditativo da parte di un pensiero, di una sensazione o di un’ emozione. Ogni qual volta ci accorgiamo che l’attenzione è stata inconsapevolmente distolta dal compito meditativo, la riconduciamo consapevolmente a quest’ultimo.
Questo continuo allenamento di ”re-indirizzamento” sviluppa via via sempre più Consapevolezza. Diventerà dunque per noi sempre più naturale, nella vita di tutti i giorni, ”stare nel corpo” e fare esperienza del ”Qui e Ora”, permettendoci di venire sempre meno sopraffatti dai nostri meccanismi mentali, dagli automatismi caratteriali e dal pathos emotivo. Realizzeremo come l’incessante attività mentale sia del tutto normale per un essere umano, diventando dunque più leggeri. Comprenderemo di non essere i nostri pensieri, le nostre emozioni o le nostre sensazioni.
O meglio, comprenderemo che questi ci rappresentano solo in parte. E questo ci aiuterà a dis-identificarci da loro. Intuiremo che l’unico modo per fare piena esperienza della nostra vita non riside nell’esperienza compulsiva di qualsiasi genere essa sia (iperattività sessuale, sportiva, turistica, digitale etc.etc.) bensì nel radicamento nel momento presente. E questo ci libererà
Tommaso Chiussi, Istruttore MOM
Note
(1) L. Shapiro, E. Carlson, L’Arte e la scienza della Mindfulness, 2013, pag. 4.
(2) F. Fabbro, La meditazione Mindfulness, 2019, pag. 11.
(3) S. Brizzi, La Porta del Mago, 2009, pag. 51.
(4) F. Fabbro, cit., pag. 123-124.
(5) P. Chödrön, Parti da dove sei, 2019, pag. 58.
(6) T. Nhat Hanh, Segui il fuoco della rabbia, 2014, pag. 85.